Voglio condividere con voi alcune considerazioni su quanto sta accadendo a tutti noi in questi mesi dove l’incertezza sta portando le persone ad avere comportamenti non sempre razionali.
Tentare di fare prevenzione, oggi, è come giocare un partita a flipper con tante biglie sul piano inclinato e diversi giocatori al comando delle palette.
Confrontandomi quotidianamente con i miei lavoratori, ascoltando le loro preoccupazioni, ho trovato molte analogie con il così detto “effetto gregge”.
Per meglio spiegare la situazione mi sposto in un campo di calcio di provincia.
Spettatori, allenatori e giocatori, tre realtà che si confrontano e si influenzano durante il tempo partita.
Gli spalti sono gremiti da emozioni, speranze e desideri. Si scontrano, si esaltano, crescono in tensioni che diventano parole, urla, applausi. In panchina e nel rettangolo verde questo è percepito benissimo.
L’allenatore cerca soluzioni, incita, ascolta il suo secondo, ma il vento dagli spalti mette sotto pressione, porta tensione.
In campo le folate mettono ansia, agitano e impauriscono chi non è ancora sicuro dei propri mezzi. Se dalla panchina non arrivano indicazioni chiare, precise, esiste solo la confusione.
Fare prevenzione significa “decidere”, assumere la responsabilità di indicare una rotta.
Parafrasando Beppe Severgnini, i consigli sono come gli antipasti, se sono troppi rovinano l’appetito.